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Poesia in azione

Nell'anno 2008 ho partecipato al festival di poesia contemporanea "Ex-poesia" di Bilbao (Paesi Baschi, Spagna) e da quel momento il mio senso della poesia è mutato radicalmente. Alcuni artisti si sono cimentati in diverse performances basate su versi scritti ma anche su altri elementi non strettamente poetici né verbali, e tuttavia autodefinendo questi atti: "poesía en acción". Come se la poesia potesse essere se stessa anche fuori di sé, nell'estensione indefinita dell'artista che sotto il segno della poesia ci dà un'opera diversa dalla tradizionale arte poetica e tuttavia ad essa si presta. C'era un'artista giapponese che partendo da uno spazio di pittura definito (un quadro) copriva con il colore lasciato dal pennello ogni spazio esterno al "quadro" in ogni direzione, inclusi muri, pavimento, spettatori presenti in platea (nel museo di Bilbao). C'erano due "poeti" che esprimendosi in versi ma anche mediante suoni diversi dai vocaboli, vestiti da televisori-robot, percorrevano traiettorie schematiche all'interno di una stanza-labirinto e questo si prestava a infinite interpretazioni, sconvolgendo la percezione della poesia e trapassando la poesia dentro l'azione. In questo senso La "poesia in azione" faceva pensare all'"happening"di Allan Kaprow ( U.S.A., anni '60), al movimento "situazionista" della metà del '900, ma anche al dadaismo e al surrealismo, e tuttavia la poesia in azione non è una riproposizione di questi movimenti né della vecchia scuola spagnola surrealista (Bunuel), ma è un fatto dei tempi correnti ed ha una sua propria specificità e novità; e talmente sono forti e uniche queste sue qualità che anche per un primitivo italiano come me non è stato difficile percepirne la potenza.

A Roma l'ultima forma di poesia contemporanea è morta alla fine degli anni '70 con il reading di Castelporziano. Lo stesso Dario Bellezza morirà definitivamente sui divanetti del Maurizio Costanzo Show, là dove moriranno anche Carmelo Bene, Alda Merini e altri. Singolare è pensare che nello stesso tempo in cui a Bilbao si teneva il festival Ex-poesia,  Nanni Balestrini esponeva al MACRO le sue sillabazioni visive prive di azione, passive, fredde e decrepite come i busti risorgimentali del Gianicolo.

 

Le numerose e rinomatissime case editrici milanesi non organizzano più niente di vivo sulla poesia ormai da decenni, al contrario cercano di ucciderla, trattandola con il peggiore disprezzo.

A via Falck Crocetti Editore seleziona la poesia nell'ufficio marketing, poco più in là Garzanti SPA (la casa editrice di Pier Paolo Pasolini!!!) ripubblica gli stessi classici da venti anni e "non è interessata a pubblicare gli esordienti" (me lo dice al telefono nell'anno 1995). Mondadori non è più Arnoldo ma la famiglia Berlusconi, e se prendiamo ad esempio quella bellissima e antichissima libreria di legno scuro che essa ha nel cuore di Milano, non potrò più dimenticare quell'immagine che mi si è parata davanti agli occhi nell'anno 2005, quando vi entrai affascinato da quel legno. Una torre di centinaia di volumi accatastati all'entrata si imponeva... era il libro "Le barzellette di Totti". Mi ricordo che mi misi a cercare Pasolini e quando lo trovai era sepolto in un ombroso scaffale bassissimo, quasi irraggiungibile.

Io cerco sempre Pasolini, ovunque vado, e cerco sempre il reparto della poesia. Gli scaffali dei poeti dicono tutto sulla libreria in cui ci troviamo e sulle idee del suo libraio. E questo è anche una ennesima dimostrazione che i poeti non mentono mai.

 

Per me che sono figlio di una Italia culturalmente priva di azione e anzi devota alla stasi, e tanto vecchia da nutrire solo precoci reumatismi e "calmi deliri di Alzheimer", Ex-poesia è stata un'esperienza culturale impressionante. Mi piacerebbe quindi mostrarvi delle poesie en acción ma è impossibile reperirne, e ciò è veramente coerente con la filosofia di non lasciare traccia, bruciando nell'attimo dell'azione e basta, in un tempo che non vuole essere eterno.

Nella kermesse di Castel S. Angelo a Roma, tenutasi nell'estate romana del 2009, la mia poesia in azione si è svolta proiettando su un telo un amalgama-blob di immagini tratte dalla penosissima ed edonistica Tv italiana e, nel frattempo, costringendo alcuni presenti seduti e passanti a una serie di particolari "sacrifici poetici", ovvero con le mie mani ho impostato sui loro corpi una poesia orrenda e pornografica che ho recitato, spiegato e nel frattempo rappresentato come se quei loro corpi fossero i teli della mia proiezione; e così hanno provato, in corpore vili, cosa significa la TELEVISIONE italiana.

Antefatto: nella libreria Il Mattone a via Bresadola a Roma un angelo in cerca di un libro si imbatte in un demone che è lì per schernire i clienti della libreria.

Dopo uno scambio di battute... il demone, beffardo, risponde con realismo e all’amore appena richiamato dall'angelo, e abbracciando un televisore e vi si strofina addosso sensualmente.

Demone:

Amore, amore, amore...

ah, grandiosa, sexy Televisione-umiliazione

che riduce la persona a un sacco vuoto

ma sembra aggiungerle un di più!

Tutto un filone tuo è quell’inganno chiamato finzione…

Le tue stupende isole di VIP! Le fattorie!

le case fatte di telecamere e cartone!

E gli oziosi, i boriosi inquilini che tu hai voluto lì:

la troietta, il muscoloso…

oh che spettacolo misero e grandioso!

Il paradiso che tu hai così bene realizzato

è quello che io ho sempre desiderato

ma che per romanticismo non sono mai riuscito...

mentre tu, uomo, per cinismo, lo hai conquistato.

E oggi il guitto ne è protagonista,

l’ignorante ne è il filosofo

lo stupido ne è il virtuoso

oh che spettacolo misero e grandioso!

 

L'angelo si difende ancora combattendo come può, e con dolcezza risponde rilanciando l'uomo umile e non televisivo.

Angelo:

Vedete come Carlo e la sora Luciana

si sistemano naturali nel verso?!

Perché la vita non è possesso,

o possesso è di chi non sa possedere,

di chi non vuole niente!

Niente.

E sono Niente queste case fatte di ciò che resta

delle nuvole, come la battuta di spirito

o il saluto basso nell’augurio di Pasqua,

e quello alto, urlato per puro piacere;

saluto umano che riconosce strade e case

nello stesso Niente, ma che non manchi mai!

Come alle borgate non mancano i limoni.

Urlo della scimmia

che mette al mondo la serpe!

 

Per il bifolco moderno

ci saranno astuti professori

 

La Scienza dei laboratori

elettrostimoli, psicofarmaci, batteri in fuga 

 

la Banca del seme dell’Uomo

gestita da sorridenti fantasmi di gomma

 

La stirpe dei dottori Mengele e degli Antinori

.....

 

 

Urlo della scimmia

che mette al mondo la serpe!

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