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I demoni del denaro

I demoni del denaro

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"Cari amici, persone sensibili e attente,

questo video-caccia la cui gestazione e realizzazione mi ha impegnato per oltre un anno tratta l'attuale guerra religiosa del denaro, anche detta New World Order, e il nostro coinvolgimento in essa. Ma si ha bisogno di almeno un'ora, per poter scendere in questa guerra consumata soprattutto nell'oscurita' ,o nella loro luce nera. Per poter scendere e vedere quei DEMONI che dobbiamo annientare, se vogliamo rivoluzionare profondamente il mondo, o almeno comprenderlo. Spero che da questa caccia ne usciremo vivificati e rimodulati in tanti, proprio come LORO si vivificano e si riparametrano costantemente con la nostra morte."

Amazon

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Work primarly musical

here realized in video

with important photos of Sebastiao Salgado

and some humble verses of mine

I suggest waching this video once with your eyes open

and once with your eyes closed.

This version of "Amazonia" is meant to be seen as well as heard.

1) grandeur, harmony and omen of the suffering of the forest;

2) the fires that devastate it, hence the subsequent intervention of the conscious man;

3) the spontaneous recovery of the Amazon. In this last act the voice of the Forest and the Earth are united in the song of the animals.

But what matters, to me, is not to show what I see or to distinguish exactly the three passages I thought of in the drafting of the piece, but rather to go beyond music and video so that to understand with the senses what evidently the conscience alone cannot understand. This awareness is what obviously implies a change of habits and a new modus vivendi.

Opera primariamente di musica

poi realizzata in video

con imponenti fotografie di Sebastiāo Salgado

e alcuni miei modesti versi poetici.

Questa versione di "Amazzonia" è pensata per essere anche vista, oltre che ascoltata.

1) grandezza, armonia e presagio di sofferenza della foresta;

2) gli incendi che la devastano, quindi il successivo intervento dell'uomo cosciente;

3) la spontanea ripresa dell'Amazzonia . In quest'ultimo atto la voce della Foresta e della Terra sono unite nel canto degli animali.

Ma ciò che conta, per me, non è far vedere quello che vedo io né far discernere esattamente i tre passaggi da me pensati nella stesura del brano, quanto piuttosto andare al di là della musica e del video per comprendere coi sensi ciò che evidentemente la coscienza, da sola, non riesce a capire. Tale coscienza è ciò che implica ovviamente un cambio di abitudini e un nuovo modus vivendi.

Tutti i diritti di quest'opera NON sono riservati, ovvero ne autorizzo a priori l'uso non commerciale. E' tuttavia gradita la menzione per intero del titolo e del mio nome.

Katpatuka

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Katpatuka

Katpatuka - versione breve (videoreportage di Poetainazione, montaggio di Anda-Ioana Ardeleanu)

Da un mio viaggio in Turchia, avente per apogeo la Cappadocia, nasce questo video dal titolo antico. In realtà questo video è alquanto moderno, pienamente dell'anno 2012, considerato che non tratta solo la natura e la storia meravigliose che in questi luoghi si sono depositate formando nei millenni un'immensa opera d'arte, ma tratta più che altro il turismo di massa nella sua verità, ovvero nel suo consumismo vorace, cieco e orrendo... che mi ha colpito come uno shock.

Ho pensato inizialmente a questo mio videoreportage come qualcosa di più ampio e articolato, e dunque di maggior lunghezza, poi però l'idea della maggior lunghezza, che implica una maggiore disponibilità-pazienza-concentrazione-volontà da parte del pubblico, si è trasformata in un'idea di economicità, equivalente a contrarre, ridurre e quindi... rinunciare. Ho forse sbagliato in questo mio ampio taglio di montaggio che possiamo chiamare "compromesso con il destinatario", o anche "autolesionismo"? Vi faccio questa domanda perché la questione mi perseguita, e forse siete anche voi artisti e dunque vorrei condividerla con voi.

La mia risposta è che da una parte sicuramente ho sbagliato, e forse un domani monteremo il filmato con ciò che ho escluso, ovvero quelle immagini pure in lunghe inquadrature, quelle riprese esteticamente rozze ma cariche del mio stupore, e quel silenzio dei luoghi oltre l'immagine... come  ad esempio quel particolare silenzio delle montagne e dei villaggi come Gore, a cui fa da contraltare il suono erompente dei minareti, che forse varrebbe di più come puro frammento d'audio, puro suono, isolato dall'immagine.

Il taglio o il non taglio costituiscono anche una questione di rispetto, infatti, per rispettare meglio la miseria del vecchio centro abbandonato di Nevşehir avrei dovuto lasciare l'intera sequenza che lo riprende, e la stessa cosa vale anche per le persone intervistate, la cui grazia è come la mia solitudine: due fatti che non si percepiscono nell'immediatezza ma alla lunga, cioè con l'insistenza della sequenza. Se pensiamo che la solitudine del viaggiatore solitario è anch'essa un fatto di valore, che ha inciso sul reportage e avrei fatto bene a rappresentarla, ma i compromessi nell'arte sono come i compromessi nella vita: una perdita che non possiamo mai quantificare.

Katpatuka by Poetainazione, interpreted by A-I. Ardeleanu

Katpatuka by Poetainazione, interpreted by A-I. Ardeleanu

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Katpatuka

Katpatuka - short version (video reportage of Poetainazione, editing by Anda-Ioana Ardeleanu)


From a trip to Turkey, with Cappadocia as its apogee, this video with an ancient title was born. In reality, this video is somewhat modern, fully from the year 2012, considering that it does not only deal with the wonderful nature and history that have settled in these places, forming an immense work of art over the millennia, but deals more with tourism mass in its truth, or in its voracious, blind and horrendous consumerism ... that hit me like a shock.


I initially thought of my video report as something wider and more articulated, and therefore of greater length, but then the idea of ​​the greater length, which implies a greater availability-patience-concentration-will on the part of the public, was transformed into an idea of ​​cheapness, equivalent to contracting, reducing and therefore ... giving up. Have I made a mistake in my large montage cut that we can call "compromise with the recipient", or even "self-harm"? I ask you this question because the issue haunts me, and perhaps you are also an artist and therefore I would like to share it with you.

 

My answer is that on the one hand I definitely made a mistake, and maybe one day we will edit the video with what I have excluded, that is, those images also in long shots, those aesthetically rough but full of my amazement shots, and that silence of places beyond the image ... such as that particular silence of the mountains and villages such as Gore, to which the erupting sound of the minarets is offset, which perhaps would be worth more as a pure fragment of audio, pure sound, isolated from the image.


The cut or non-cut is also a matter of respect, in fact, to better respect the misery of the old abandoned center of Nevşehir I would have to leave the entire sequence that takes it up, and the same thing also applies to the people interviewed, whose grace is like my loneliness: two facts that are not perceived immediately but in the long run, that is, with the insistence of the sequence. If we think that the loneliness of the lonely traveler is also a fact of value, which has affected the reportage and I would have done well to represent it, but compromises in art are like compromises in life: a loss that we can never quantify.

 

English version:
Katpatuka by Poetainazione, interpreted by A-I. Ardeleanu

Romeo e Julieta

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Romeo e Julieta - Shakespeare & Poetainazione

QUESTO VIDEO MI E' VENUTO IN RISPOSTA A UN'ORDINANZA DEL SINDACO DI VERONA F. TOSI (ANNO 2014), LA QUALE IMPOSE UNA MULTA DA 25 A 500 EURO CONTRO COLORO CHE SI MACCHIAVANO DEL DELITTO DI FARE LA CARITA' IN ALCUNE ZONE DEL CENTRO DELLA CITTA'.

I TONI DEL VIDEO SONO IRONICI MA ANCHE RABBIOSI, E MI SCUSO DEL TURPILOQUIO CON CHI NON E' IMPLICATO IN QUESTA NON MENO TURPE ORDINANZA

Riprendiamoci il parco

Riprendiamoci il parco

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Riprendiamoci il parco (Sangalli)

 

Raccolta spontanea dei rifiuti al parco Sangalli da parte degli abitanti di Torpignattara in data 5 settembre 2014 - alla faccia dei nostri amministratori, sindaci, presidenti e vigili. E alla faccia di tutti coloro che dicono che gli abitanti di Torpignattara sono "brutti sporchi e cattivi"!!

'Na cosa

'Na cosa

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'Na cosa

Questo video semplice nasce con l'obiettivo di partecipare ad un concorso di corti e video bandito dal V municipio capitolino ed inerente il municipio stesso, da sempre luogo o sfondo del grande cinema italiano da Roma città aperta ad Accattone, ecc.

Il requisito temporale stabilito era di 15 minuti max., perciò dovevo esprimermi rimanendo nel pochissimo tempo dato. Ma come potevo esprimere "una cosa" tanto ampia com'è Torpignattara , dove abito e vivo? Il concorso, tra l'altro, mi permetteva di spaziare tra i confini geografici del V municipio: un'immensità di spazi, luoghi, siti, cose, piante, palazzi, persone! Dal Quadraro vecchio, che adoro!, fino a via dell'Acqua bullicante con le sue varie ramificazioni, e quindi borgata Gordiani ecc.

Dire e descrivere la multiculturalità insieme con la vecchia Roma, il calmo trenino e il caos intorno, i palazzi disabitati (come il cinema Impero) e i palazzi gonfi di persone, anche in 6 in un appartamento!; e le frutterie gestite da certi maghi bangladesi o egiziani; e i negozi sconfinati dei cinesi... accanto al vecchio calzolaio italiano; e i bar, le gelaterie, i forni coi tavolini fuori; e quel senso di abbandono alla decadenza inerte delle cose sposato a un altissimo senso della vita che rende queste strade molto vitali, anche di notte. A questo proposito: come descrivere i commerci illuminati da certe luci al neon e quell'uomo schiavo nostro che siede tra i sacchi di riso? E quei romani che cercano di piantare ciclamini nelle eroiche aiuole scampate al traffico e ai rifiuti? E le aiuole stesse, sembra facile riprenderle nella loro fatica quotidiana ma non è così. Poi c'è la Torpignattara degli internet point e delle placide presenze che li gestiscono, e c'è quella delle siringhe e degli spacciatori sempre più arroganti, spesso adolescenti. E c'è anche molto di più che vale rappresentare.

Il video è tecnicamente poco rifinito, fatto in velocità e con mezzi semplici. Basato su una situazione vera avvenuta anni fa, riecheggia un mio intimo ricordo: quando presi casa in questo quartiere e mi trovai subito a vagare con una videocamera in mano, e fu allora che chiesi un'informazione a una signora romana vecchia maniera, cioè gentile e disponibile com'erano un tempo i romani, e da una semplice informazione né venne una lezione, che mi è rimasta nel cuore.

Questo video ha avuto fortuna? No. La nostra Amministrazione non lo ha considerato minimamente. Quindi sono andato a vedere quali video sono stati premiati ed ho scoperto che sul piano artistico non ce n'era uno degno di considerazione. Tutti generalmente puliti, rigorosamente in lingua italiana, senza il dovuto caos; tutti "politicamente corretti", cioè per niente profondi; tutti esteticamente validi, cioè senza realtà vera. Forse questo mio prodotto non vale niente, o forse il Municipio non ama guardarsi allo specchio e farsi rappresentare coi propri immigrati e nel proprio dialetto. A pensare che sono stato anche piuttosto "buono", cioè ottimista e privo di critica, lasciandomi guidare dalla mia vecchia gioia di abitare in un luogo come questo, e dico "vecchia" perché la realtà sta rapidamente cambiando in qualcosa di violento, razzista e corrotto dalla droga. Ma il Municipio non vuole vedere né il male né il bene e dunque la sua rappresentazione di sé non poteva che essere all'insegna del distacco dalle cose, fiera di quel nulla che sta espugnando ogni valore

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