Ho cercato, fino a notte fonda (del 2 luglio 2019), un’iniziativa che fosse in sostegno della eroica nave See Watch (nella persona della sua capitana), a cui potessi disperatamente aderire. Non pensavo a una petizione, perché è troppo poco. E anche perché veramente la stavo già scrivendo, una petizione che avrei indirizzato al grassoccio leader del razzismo italiano (e della mostruosa piccoloborghesia del nord-Italia che egli ben rappresenta). Ma, ripeto, mi sembrava di fare troppo poco – e davvero lo è. In questi casi forse bisognerebbe partire subito, andare sul posto, per lanciare ai migranti i segnali di un’altra Italia. Prendersi dei giorni di stacco dalla grigia normalità asociale per agire come si deve, cioè gridando insieme con altri, sostenendo con vera socialità e non solo con firme e donazioni che in fondo ci lasciano nell’inconsistenza verbalista, che è la migliore alleata dell’asocialità.
Ma nel mare grigio di internet e dei mass media, solo la barchetta-petizione di Micromega mi è venuta incontro, quindi vi sono salito a testa bassa, ma senza esitare, e l’ho firmata. Oggi si può dire che è scaduta, perché Carola è stata liberata. Ho firmato questa petizione anche se dice chiaramente che il M5S – in cui nonostante tutto ancora credo – sta sbagliando, ed è vero. “Di Maio è accucciato sotto Salvini”, testualmente. Ma è anche vero che nessun’altro pezzo forte del M5S a parte qualche voce sporadica e lontana si è levata a favore della Nave. Addirittura il MoVimento ha ritirato l’audizione in Parlamento alla sua capitana, su richiesta della Lega.
Ma non è questo il punto. Tutti noi stiamo sbagliando, se non gridiamo con la nostra voce “i porti sono aperti”! Perché i porti sono aperti in quanto da sempre sono luoghi aperti, guai se così non fosse! Avete mai visto un porto chiuso? O con degli orari di apertura? I porti non sono banche, anche se lo stanno diventando, come tutto il resto inglobati dal Sistema Bancario.
Nelle varie ricerche da me svolte nella feroce notte di ieri, in cui mi sono sentito davvero solo in mezzo al mare, mi è capitato di approfondire alcuni casi di violenze recenti commesse da minori in Italia. Ho letto di una babygang di Venezia che ha pestato tre bagnini, mentre un’altra babygang ha da poco ucciso un uomo anziano a Manduria (Taranto), e poi ho letto di altre, molte altre babygang sparse per il nostro Paese. E questo mentre viviamo un crollo demografico storico. Anche a Roma impazzano branchi di minorenni senza scrupoli, e già questa frase è orripilante ( si vedano gli ultimi fatti dei Parioli, di Torrevecchia, di via Cessati Spiriti, ecc.).
Ecco i figli di questa borghesia benpensante e indifferente che ha chiuso le proprie mentalità così come ha chiuso i nostri porti, e nei comizi urla e scimmiescamente salta: “chi non salta clandestino è” (vedi i comizi della Lega). Borghesia che in piazza si produce in frasi anche peggiori, che qui non voglio ripetere (vedi la manifestazione della Lega a Bologna https://www.youtube.com/watch?v=7U332BZjRR8 ). Gente capace solo di voltare la testa e indicare la diversa razza, la diversa religione e questa ondata di poveri come un male; oppure, mentre è priva di un senso concreto nel sentirli e trasmetterli, usa comunque chiamarli “valori”, questi pseudoconcetti con cui alleva i figli-mostri. Valori umanitari che dall’altra parte, il PD, ha ridotto a vocaboli vuoti e sterili inglobandoli per tempo nel frasario bancario: “extracomunitari”,”flussi”, ecc. (ricordiamoci che nel 1997 il ministro degli Interni Napolitano mandò la polizia a manganellare i fuggitivi albanesi sbarcati in Puglia).
Ecco allora che la nave See Watch d’un tratto sperona le nostre coscienze, e le putride mentalità di questi italiani. Ma invece di tacere e cercare di comprendere, ecco che il leader di questi italiani con la I maiuscola – colui che è scampato al processo relativo ai fatti della nave Diciotti; un processo che lo avrebbe inchiodato alle proprie miserie, ovvero omissione di soccorso e contravvenzione alle norme internazionali che regolano il soccorso in mare – inveisce, gongola, si atteggia, forte dell’uso della legalità. Ma che non è legalità, bensì legalismo, cioè un’esaltazione schematica della legge. Ma non sempre la magistratura è così schematica e fascista come ci si attende, e Carola è stata liberata.
Il ministro dell’Interno ama giocare a braccio di ferro? E va bene. Ma oggi gli abbiamo spezzato il braccio!
Tra il 1861 e il 1985 sono emigrati più di 29 milioni di italiani, per diffusa povertà e voglia di riscatto, ed oggi che siamo un paese benestante ritiriamo la mano davanti a chi ce la chiede?
Dall’ottobre del 2013 all’ottobre del 2014 abbiamo visto l’operazione “Mare nostrum”, dove la Marina Militare italiana svolgeva un’immensa azione di salvataggio, oltreché di ostacolo alla speculazione sui migranti che partivano dalle coste libiche. Ma anche questo progetto è sfumato, nell’ultima offensiva post-fascista. Il post-fascismo è oggi molto concreto e massiccio, e non è più solo ideologia, o nostalgia del passato ma è il vero presente italiano. L’Italia è oggi invasa da fascisti di ogni sorta, e non certo da gente umanitaria come Rakete. Il ministro Salvini continua a parlare di leggi infrante dalla Sea Watch,e alla banchina portuale di Lampedusa l’ex sindaco leghista di Linosa (Angela Maraventano) e altri camerati leghisti vomitano contro l’equipaggio della nave, portando anche insulti sessisti a Carola e alle altre donne dell’equipaggio ( vedasi: https://www.youtube.com/watch?v=DIZXVm5gxo0 e: https://www.youtube.com/watch?v=p8N9LrCGT8k), perfettamente in linea con la tipica volgarità goliardica e maschilista dei vecchi fascisti. Neanche su questo si sono evoluti. E tutto ciò mentre l’equipaggio stendeva un lenzuolo con sopra dipinto un cuore grande e rosso.
Una nave come See Watch pone una questione immensa, che va al di là della legge ma la comprende. E’ il problema se siamo umani e quanto siamo umani.
In un “vuoto normativo”, come dicono gli avvocati, Sea Watch supplisce privatamente all’intervento degli Stati nei confronti dei naufraghi, ovvero dei migranti in difficoltà.
Nessuno penserebbe mai di salvare dei naufraghi in modo “professionale”, mentre Sea Watch lo ha pensato. Ma qui non c’entra la professione, dato che si tratta evidentemente di vocazione. Del resto lo hanno detto mille volte gli stessi fascisti: Carola è “ricca”, ha la “panza piena”, ecc (come se questi fascisti non avessero la panza piena! Basta vedere i conti della Lega, i 49 milioni intascati da Belsito e Bossi con maxi-truffa ai danni dello Stato, con condanna confermata a 3 anni e 9 mesi di carcere).
Una nave autofinanziata non ha bisogno di lavorare come facciamo noi, che comunque riempiamo la nostra panza, ognuno a modo proprio e non abbiamo il diritto di additare gli altri per il nostro stesso benessere.
Dubitate forse della vocazione? Non è forse un vero prete o un vero poeta qualcuno che agisce seguendo la sua vocazione? E non vorrei che lo Stato si sostituisse ai poeti, ai religiosi e agli sportivi e a chiunque esprimesse una vocazione. Pertanto io non parlerei di vuoto normativo, o meglio non lo farei riempire dallo Stato. Benvenga che ognuno, nel suo piccolo, sia grande. Benvenga questa donna tedesca che ha deciso di prendere il mare e la qualifica di comandante. Invece di delegare allo Stato, lei e il suo equipaggio sono persone che hanno il coraggio di operare secondo le loro coscienze. Prima di questa missione, che è parola quasi religiosa – ma non siamo forse nel campo della carità religiosa? – Carola Rakete era attivista sulle navi di Greenpeace, ed anche questo prova quanto dico.
Proprio come un profeta deve camminare e parlare alle persone, o come faceva il filosofo Socrate, Sea Watch deve salvare i migranti naufraghi nel Mediterraneo. E questo la porta sia tra il detto vuoto normativo sia tra le leggi infelici esistenti, che automaticamente vengono urtate. Ma la sua filosofia è di ferro come il suo volto sereno. E’ il volto di questi leghisti che non è sereno, ma è sconvolto dall’odio. Eppure io sono sicuro che se la Sea Watch incontrasse un gruppo di naufraghi leghisti che avessero perso la bussola, li salverebbe comunque.
Ma a parte gli scherzi, molte menzogne sono state dette per confutare la buona fede di questo naviglio e condurlo nelle acque mefitiche della propaganda. Ora mi aspetto solo che qualche segreto inviato del Ministero della Difesa o degli Interni vada a collocare della droga a bordo della nave, o delle armi, dato che tra la Libia e l’Italia vi è un vero traffico di armi, ma nessuno ne parla. Come tra la Francia e la Libia, ma il governo francese nega. Ma come, l’Europa non è impegnata a stabilire la pace in Libia?
Ecco perché la Sea Watch ha definito la Libia “un porto non sicuro” per attraccare. L’autoritarismo libico avrebbe già ucciso questi suoi fuggitivi. E dunque questa considerazione del nostro Paese come un porto sicuro è un fatto meraviglioso, che dovrebbe inorgoglirci. Probabilmente in questo momento, mentre si trova agli arresti domiciliari, la fiducia della Rakete nei nostri confronti starà lottando con l’odio con cui alcuni di noi l’hanno accolta.
Io credo che Sea Watch sia la battaglia umana e civile più interessante degli ultimi anni. Quello che il Partito Radicale non è più in grado di fare. Un partito di cui resta solo una radio che oggi parla senza sosta dell’evento Sea Watch. E questo significa che ho ragione a pensare che Pannella era un’altra cosa, almeno finché non si è alleato con Berlusconi.
Sea Watch è carità. Ciò che la Chiesa Cattolica non è più in grado di esprimere. Eppure la nave è attraccata proprio qui da noi, nel cuore della cristianità. Dov’è finito, mi chiedo, quel sentimento cristiano? E soprattutto: chi può dirsi veramente cristiano in questa Italia di Salvini e Maraventano?
Sea Watch è l’ultimo baluardo umano e colorato in questo mare disumanizzato e grigio. Ma queste sono solo parole, mentre sono i fatti a scrivere le cose. Leggo dal loro sito che Sea Watch ha salvato finora 35.000 persone sperdute in mare (https://sea-watch.org/it/), mentre i megafoni posti sull’Italia continuano a vomitare insulti e menzogne – ma questa volta non contro la Rakete bensì contro di noi, come sempre. Dicono che siamo un Paese “sommerso da migranti” e ciò è semplicemente assurdo, falso e strategico. I megafoni della propaganda non dicono che vi sono Paesi africani (inclusa la Libia) dove nessun essere umano vivrebbe. Paesi dove hai paura a camminare per la strada. Paesi dove noi occidentali abbiamo distrutto tutto portando la “pace”; dove abbiamo posto “presidenti fantoccio” che affamano e tengono sotto scacco intere popolazioni per la nostra fame: di petrolio, oro, diamanti e ogni altro bene.
Chi paga il nostro tenore di vita sono questi popoli, e lo fanno da secoli, dal vecchio colonialismo al nuovo. E chi si oppone all’infamia ricattatrice del “debito pubblico” viene ucciso (vedi Thomas Sankara).
Dal 1961 al 1985 gli italiani emigranti sono stati 29 milioni, ed oggi che siamo un paese benestante ritiriamo la mano davanti a chi ce la chiede? Io mi domando: quanto ci possono costare diecimila o centomila piatti di minestra? O anche fossero un milione!
E domando a te che leggi queste mie parole, che dunque sei un naufrago come me:
SE TU VOLESSI CAMBIARE VITA CERCANDO RISCATTO IN UN ALTRO PAESE E OGNUNO TI CHIUDESSE LA PROPRIA PORTA IN FACCIA… a quale conclusione arriveresti?
Io sono arrivato alla conclusione che almeno c’è la Sea Watch, a ricordarti che non sei solo.
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