La primavera è qui, in strada Non sembrava dal tono dell’aria,
dal cemento chiuso, dalla nuvola dura
ma poi uscendo così, spoglio di istinti e saperi
come un robot comune che ruota la testa male,
colmo di immondizia decennale tra le fiere giunture
l’ho vista
in carne e ossa
la primavera fresca
contro l’immenso cemento, contro il ristagno, contro l’afa
Fanciulla di cui abbiamo nostalgia
Perché non ti abbiamo più vista?
Vivaldi ti canta ancora passando in radio o nel centralino del Comune di Roma,
ma il passato, che oggi è dei neofascisti, è diventato così volgare
tanto che Botticelli è in mano a Sgarbi, che orrore!
Non ti abbiamo più vista perché sei da sempre zingara stanziale
e gli “zingari stanziali” non li vogliono, li insultano,
e allora tu ti nascondi
e quindi io ti ho vista, perché ti sei nascosta a loro,
e ciò che si cela a quelli è visibile a me, anzi è mio,
senza la scritta che dice “LADRA”
senza quel cartello al collo
in carne e ossa, occhi nocciola tra occhi falsamente azzurri
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